Un segreto tra noi – Mariangela Camocardi

UN SEGRETO TRA NOI

Emma Savoldi è risoluta a scoprire il motivo della morte della sorella, non credendo alla morte accidentale. Si scontra con il cognato Alex Lippi Monzani, un uomo freddo e dai modi scostanti che non si fa scrupolo di trattarla in modo poco educato. Tra i due sono subito scintille, lei lo considera scorbutico e maleducato, lui invece trova che lei sia una bisbetica pedante.

Nonostante ciò i due sono attratti l’uno dall’altra e complice la necessità che qualcuno educhi Markus, il figlio di Alex e della sorella, Emma si propone come bambinaia al posto di quella scelta dalla madre del visconte. Stando accanto tutti i giorni i due, seppur battibeccando, iniziano a conoscersi meglio. Ben presto Emma dimentica di indagare sulla morte della sorella, non avendo trovato nessun elemento che confermi che il marito sia responsabile della morte e continua a dimostrare il suo affetto al nipote che la ricambia.

Tutto sembra procedere per il meglio fino al giorno in cui la madre di Alex decide di andare a trovare il figlio. Il suo arrivo porta dei cambiamenti nella vita di Alex ed Emma, ma soprattutto del piccolo Markus sottoposto a una rigida disciplina. Anche Emma è soggetta a comportamenti maleducati e battute salaci da parte della nobildonna, ma nonostante ciò Alex ed Emma si scoprono sempre più attratti…riuscirà l’attrazione a trasformarsi in amore?

E’ il secondo romanzo che leggo della Camocardi e ammetto che mi è piaciuto molto. Ho volutamente solo accennato alla trama perchè in questo romanzo, sebbene la storia d’amore sia prevalente come è giusto che sia in  un romance, c’è molto di più.

C’è lo sfondo storico essendo stato ambientato durante il Risorgimento e più precisamente durante le  Cinque Giornate di Milano che furono il preludio ai moti d’indipendenza dagli austriaci ed esplosero in tutto il Lombardo-Veneto. La storia entra anche nelle vicende narrate che risultano più credibili inserite in un contesto storico ben preciso.

Non mancano intrighi e colpi di scena, scopriamo chi sono i protagonisti con pregi e difetti. Anche su Loretta, la sorella di Emma, il lettore piano piano scopre i segreti grazie a un sapiente uso della tecnica narrativa che la Camocardi dimostra di saper possedere.

Altri personaggi, oltre i protagonisti, sono la madre di Alex, Kilian cugino del visconte e Christine la pupilla della viscontessa madre. Quest’ultima è una donna altezzosa, maleducata e incapace d’affetto nei confronti del figlio e del nipote. Una donna detestabile e odiosa che suscita immediatamente le antipatie di chi legge.

Alex nasconde dietro la freddezza e il distacco, le ferite prodotte da un matrimonio infelice, Emma è un figlia devota e una donna affettuosa, talvolta un po’ saccente, ma chi non ha difetti?

Christine e Kilian oltre a flirtare suscitano immediata simpatia in chi legge, specialmente lui che apre e chiude il romanzo come in un cerchio, con un prologo e un epilogo decisamente esilaranti.

Consigliato a chi ama i romance storici e vuol trascorrere delle ore piacevoli.

Valeria

L’ultimo boia – Cinzia Tani

l'ultimo boia

Titolo: L’ultimo boia
Autrice: Cinzia Tani
Casa editrice: Vallecchi Firenze
Genere: Biografia romanzata
Data pubblicazione: 4 novembre 2021
Pagine: 310
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Ho avuto un’ambizione e l’ho perseguita, una forza mi ha convinto di essere stato mandato sulla Terra per svolgere questo lavoro come una missione e la stessa forza mi ha indicato quando smettere. Avevo un’ambizione, non l’ho più. Il desiderio è volato via. Io credo che nessuna delle centinaia di esecuzioni da me effettuate abbia mai agito da deterrente per un crimine. La pena capitale, a mio parere, non risolve nulla, soddisfa soltanto un desiderio primitivo di vendetta”.
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Queste parole sono state scritte da Albert Pierrepoint che fu il più famoso boia d’Europa. All’età di 11 anni scoprì per caso il lavoro segreto del padre e dello zio, un’attività che sia la madre e la zia di Albert sapevano, ma della quale non volevano conoscere alcun particolare. Dopo la morte del padre, lui e la madre si trovarono in ristrettezze economiche e Albert iniziò a svolgere dei lavori per aiutare la madre.
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Trovò lavoro in un negozio ed ebbe la prima idea di mandare una lettera alle istituzioni giudiziarie in cui chiedeva di poter svolgere l’attività di giustiziere. Non fu accettata e continuò a svolgere l’attività nel negozio dove era benvoluto dal proprietario. Intanto anche la sua vita proseguiva tra lavoro, famiglia e amicizie.
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Ricevette una seconda lettera in cui la sua candidatura a giustiziere venne accettata e così iniziò la sua carriera di boia. Nel corso degli anni venne chiamato a giustiziare persone non solo in Gran Bretagna, ma anche in vari paesi europei.
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In 25 anni di attività impiccò più di 500 persone, ma solo dopo aver giustiziato Ruth Ellis che uccise per gelosia il corridore automobilistico David Blakely, Pierrepoint iniziò a “vedere” la pena di morte in modo diverso e questa riflessione lo portò a dare le dimissioni dal suo ruolo divenendo un’abolizionista convinto.
Separatore di testo
Ho iniziato questo romanzo un po’ titubante per il contenuto, avevo paura di leggere descrizioni particolareggiate delle esecuzioni e delle emozioni dei condannati, invece mi sono ricreduta subito perchè in questo romanzo non si indulge a una spettacolarizzazione della morte, ma si racconta semplicemente la vita di un uomo.
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L’autrice utilizza la prima persona, cosicchè è lo stesso Albert a raccontare la sua storia e lo fa in modo così chiaro che la narrazione si dipana con molta scorrevolezza. E’ stato piacevolissimo seguire Pierrepoint in alcuni dei casi in cui venne chiamato a giustiziare i colpevoli. Alcuni di questi casi tengono desta l’attenzione di chi legge come se fossero dei thriller. Come sempre la realtà supera la fantasia.
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Criminali di guerra, prostitute, serial killer, fu varia l’umanità che dovette giustiziare, in  particolare mi hanno colpita durante la lettura, la descrizione delle atrocità commesse dalle belve di Bergen-Belsen nei campi di concentramento tedeschi. Sono solo accennate le crudeltà commesse dai comandanti tedeschi, invece la narrazione si è soffermata su quelle perpetrate dalle donne e vi assicuro che non è stato facile leggere le descrizioni di questi atti disumani. Personalità disturbate, che provenivano da un tessuto sociale problematico che trovandosi in posizioni di potere credettero di agire secondo logiche di salvezza della razza.
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Anche nel caso dei serial killer ci troviamo di fronte a descrizioni di delitti non certamente delicati, quello che può essere interessante è comprendere i motivi che spinsero queste persone a diventare i mostri che furono.
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La narrazione risulta maggiormente efficace poichè l’autrice è riuscita a far conoscere il personaggio e a raccontarne la vita senza esprimere giudizi personali ed etici. Ha svolto molte ricerche leggendo biografie di Pierrepoint e del padre, oltre a numerosi casi criminali.
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Il tema centrale del romanzo è la pena di morte e quanto la si possa considerare valida come deterrente nei confronti del crimine. Concordo con il protagonista che la pena di morte non comporti una diminuzione degli omicidi. Sono convinta che chi commette un crimine, che sia premeditato o d’istinto non pensi alle conseguenze, credo che l’unico modo per combattere il male sia usare il linguaggio dell’amore e della comprensione dei motivi profondi che portano a queste estreme conseguenze.
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Si tratta di un tema delicato e complesso allo stesso tempo, sul quale in molti si sono espressi nel corso dei secoli, questo romanzo nel suo piccolo ha il merito di farci riflettere mentre ci racconta la vita di un uomo semplice.
A cura di Valeria
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Oltre il fiume – Federica Gaspari


OLTRE IL FIUME
Titolo: Oltre il fiume
Autrice: Federica Gaspari
Casa editrice: Nua Edizioni
Genere: Giallo
Data pubblicazione: 25 novembre 2021
Pagine: 267
Thriller e non solo, scorrevolissimo, letto sostanzialmente in due giorni il che la dice lunga sui punti forti dell’autrice ovvero fluidità e fruibilità.  Del resto la stessa Federica Gasperi in un’intervista ha tenuto a precisare come per lei nel 99% dei casi la prima stesura risulti poi esser quella definitiva.
E si vede, la sensazione di una scrittura spontanea, senza deviazioni, dritta all’obiettivo, permane per tutta la durata del romanzo.
Alcuni omicidi portano il criminologo Alan Giuliani a far ritorno nel suo paese d’origine, A sort of homecoming cantavano gli U2 ormai troppi anni fa per ricordare quanti fossero, e come ogni ritorno che si rispetti anche questo costringerà il protagonista a fare i conti col proprio passato, un passato di cui  peraltro non ama parlare.
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Cosa lega fra loro questi delitti apparentemente inspiegabili?
Di quali persone, anche fra quelle più vicine a lui, Giuliani potrà ragionevolmente fidarsi?
Quali segreti e quali verità da anni continua a portarsi dietro la montagna?
Si perché la montagna, con i suoi paesaggi un po’ ruvidi che molto spesso sembrano riflettere il carattere di chi li vive, è certamente la coprotagonista di Oltre il fiume.
Ed è presente a volte, quasi, defilata mentre in altre sembra come li li per esplodere, l’atavica contrapposizione che mette di fronte chi ama la montagna per diritto di nascita e chi invece la vive sporadicamente con la superficialità tipica di quelli che si avvicinano a qualcosa perché fa tendenza.
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Sulla trama mi fermo qui, per evidenti ragioni trattandosi di un thriller (e non solo), come detto ho apprezzato particolarmente la scorrevolezza della scrittura ed il protagonista presenta quel giusto mix di abilità nelle indagini, presenza scenica, e conflitti irrisolti che ormai sono imprescindibili nel genere.
Non so se l’autrice vorrà o meno sviluppare ulteriormente il personaggio di Alan Giuliani, immagino di sì, eventualmente sarà interessante seguirne le evoluzioni.
P.S.
Spiego la definizione “thriller e non solo”, chi si attende un romanzo di quelli dove la tensione viene sprigionata ad ettolitri forse vedrà le sue speranze disattese.
Qui siamo in presenza di un libro dove convivono diversi generi, senza fare a pugni fra loro,  perché (e si tratta della cosa più importante) è scritto bene…che uno certo, ne convengo, se lo aspetterebbe da ogni libro, ma credetemi non è cosi scontato.
Se al di là dei generi, oltre le etichette, apprezzate autori ed autrici che, senza nutrire ambizioni da Pulitzer, possano farvi trascorrere qualche ora di svago, magari rappresentando un piacevole diversivo al logorio della vita moderna, ecco date una chance a Federica Gasperi ed al suo gradevole Oltre il fiume.

Giulia, una donna tra due papi – Silvia Lorusso

giulia una donna tra due papi

Titolo: Giulia, una donna tra due papi
Autrice: Silvia Lorusso
Casa editrice: PubMe (collana Literary Romance)
Genere: Romance storico
Data pubblicazione: 27 settembre 2021
Pagine: 191
Autoconclusivo: si

Negli anni ho avuto modo di imbattermi spesso nella famiglia Borgia, nei sotterfugi che ne hanno caratterizzato l’ascesa, nelle manovre infime compiute per mantenerne l’assoluto potere.
Più imparavo a conoscerli e più cresceva l’interesse verso i Borgia e le persone che hanno fatto parte delle loro vite.
Mi sono fatta un’opinione su ciascuno di loro, considerazioni rimesse più di una volta in discussione dalla lettura delle loro storie da differenti prospettive.

Ma se ho potuto fare miei molti dettagli, seppur contrastanti, della vita di Rodrigo, di Cesare, di Lucrezia Borgia e di Alessandro Farnese, poco ho potuto conoscere invece di Giulia Farnese.
La sua figura è sempre stata presentata marginalmente, come se di lei poco o nulla importasse.
Madonna Giulia, la donna dalla bellezza disarmante a cui spettavano tutti i privilegi, i più pregiati gioielli, i migliori abiti avendo avuto la “fortuna” di esser stata scelta dall’uomo più importante al mondo: il Papa.

Ho amato molto questo libro, il modo rispettoso con cui l’autrice ha cercato di scavare nell’interiorità di Giulia dando voce ai suoi pensieri più intimi, e riportando l’attenzione su quanto le donne nei secoli siano state esclusivamente uno strumento nelle mani dei potenti.

“Comunque si mettano le cose, pensò, ho un’unica certezza, a noi donne non è permesso disporre della nostra vita, forse solo della nostra morte”.

Giulia, così come Lucrezia, così come Sancia (a cui appartengono le parole sopra citate, ma che potrebbero rispecchiare anche i pensieri delle altre), così come altre migliaia di donne, non ha mai avuto la possibilità di scegliere cosa fare della propria vita, chi divenire. Sfruttata più di una volta nei modi più miserabili dal fratello Alessandro per la scalata al potere, posseduta dal Papa e considerata sua proprietà assoluta nonostante fosse una moglie altrui e, poi, una madre, Giulia ha pagato nel peggiore dei modi il fardello della sua bellezza.

Ho provato molta tenerezza per l’amicizia instaurata da Giulia con la figlia del suo amante, Lucrezia Borgia: il modo in cui riuscivano a sostenersi nelle difficoltà e nelle ingiustizie facendosi forza a vicenda mi ha fortemente colpita e commossa, e tra i tanti passaggi che ho amato, non ho potuto fare a meno di annotarmi questo:

“Lucrezia, ricordate quanto vi sto per dire. Può accadere che il corpo di una donna debba accondiscendere, questo non significa necessariamente che la sua volontà e la sua anima siano piegate. Ciò che conta, ciò che è veramente importante, è quello che siamo riuscite a conservare dentro di noi: il nostro mondo, la nostra visione, il nostro pensiero. Sono tutte cose a cui nessuno può accedere, nessuno può sporcare, se noi non glielo permettiamo. In questo modo, credetemi, avremo dentro noi stesse tutto il bene e il valore di cui abbiamo bisogno. Pensate a un’ostrica che racchiude una perla, ecco, quella perla è ciò che è dentro il vostro cuore, nonostante gli altri, nonostante tutto.”

Ho provato molta rabbia per le ingiustizie che entrambe hanno dovuto subire nel corso degli anni.
Ho provato disgusto per le tante (benchè risapute) atrocità che gli uomini sanno compiere pur di sedere su un trono.
Ho provato un momentaneo sollievo quando Giulia aveva ritrovato la forza ed il coraggio per allontanarsi da Rodrigo rifugiandosi dal proprio marito.
Ho provato queste e tante altre emozioni perchè l’autrice è riuscita talmente bene a mettere a nudo Giulia scavando a fondo nel suo animo, da rendere immediata l’immedesimazione in lei.

Una storia coinvolgente, che aiuta a far comprendere ulteriormente quanto poco, in realtà, si conosca sulle donne della storia.
Il sacrificio delle loro libertà, delle loro volontà e delle loro stesse vite non è mai importato ad un mondo che si è sempre limitato a considerare degno di nota solo chi del potere imposto ad altri ne ha fatto il proprio vanto.

Jess

 

 

Cross the line – Lorella Diamante

Lorella-Diamante-Cross-the-line

Titolo: Cross the line
Autrice: Lorella Diamante
Casa editrice: Dri Editore
Genere: Sport Romance / MM
Data pubblicazione: 2 novembre 2021
Pagine: 495
Autoconclusivo: sì

Prezzo ebook: 2,99€
Prezzo cartaceo: 17,99€separatore di testo 4“Quando ti ho  incontrato, ho capito che eravamo due metà di un intero…se la nostra storia fosse finita come nel mio sogno”.

Ho aspettato questo romanzo con trepidazione. Non appena ho ricevuto la comunicazione dalla Casa editrice dell’imminente uscita ho dato subito la mia disponibilità alla lettura. Il precedente romanzo, One more chance, ambientato nell’ambito del football americano mi ha letteralmente conquistata. Mi sono innamorata follemente di Clay e della sua storia travagliata ed ho avuto modo di conoscere Brian Turner il protagonista di questo romanzo insieme al suo Jamie.

Andiamo per ordine. Brian e Jamie si incontrano per la prima volta in un bar dove il ragazzo sta festeggiando il suo compleanno. Jamie è un soldato del Navy Seal, ha 35 anni e immediatamente rimane folgorato dalla bellezza di Brian. Nel bagno del bar i due hanno un vivace tete a tete che farà comprendere a entrambi che sono di fronte a qualcuno capace di cambiare il proprio modo di vivere e di amare.

Immediatamente scatta la passione, Brian nonostante il fisico muscoloso e la prestanza fisica, è un ragazzo che sogna l’amore ed è alla ricerca di una relazione basata sui sentimenti. Jamie invece è provato dalle missioni a cui ha partecipato in passato, ha visto morite dei compagni e le esperienze fatte sul campo di battaglia hanno lasciato un’impronta indelebile nella sua mente tanto da procurargli dei problemi psicologici.

Anche lui come Brian si accorgerà presto che il loro rapporto si sta trasformando in una relazione importante, ma conoscendo la sua realtà cerca di allontanare Brian dalla sua vita. Quest’ultimo soffrirà moltissimo, ma il trasferimento come quaterback nei Chicago Bears lo porterà a intraprendere una carriera sportiva in grado quanto meno di impegnarlo mentalmente impedendogli di pensare a Jamie.

A questo punto mi fermo perchè la storia merita di essere letta più che raccontata.

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Il tema fondante di questo romanzo è l’omosessualità. La diversità, il non essere come la società vorrebbe porta a serie conseguenze. La mancata accettazione di ciò da parte di chi dovrebbe amare incondizionatamente i propri figli, dimostra quanto gli status symbol che caratterizzano la società e l’educazione ricevuta possano essere condizionanti.

Ancora una volta si comprende che l’amore è un sentimento che non guarda all’età, al sesso e alla condizione sociale. La passione, la sofferenza per il distacco, la solitudine sono elementi che caratterizzano le storie d’amore di qualsiasi genere siano.

Si sottolineano anche i problemi psicologici derivanti, dalla partecipazione ai conflitti o missioni belliche, molti di coloro che rientrano da queste esperienze devastanti portano con sè dei traumi che difficilmente riescono a superare.

Se volessi analizzare con dovizia di particolari ci sarebbe molto da dire su questo romanzo, aggiungo solo che mi sono perdutamente innamorata di Jamie e delle sue fragilità.

Una bella storia che mi ha emozionata, il mio cuore batteva forte quanto quello  dei protagonisti e mi ha regalato dei momenti di gioia immensa.

Valeria

Ruadh Breagh. Ogni scelta ha un prezzo – Antonella Arietano

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Quanto si è disposti a mettersi in gioco per amore?

Si è consci che qualsiasi scelta verrà fatta ci sarà una conseguenza nel bene o nel male?

E’ ciò che accade a Ian protagonista di questa bella favola che Antonella Arietano mi ha permesso di leggere. Ian è un bel ragazzo dai capelli rossi, da qui il ruadh breagh del titolo che significa appunto capelli rossi, che vive con la nonna a cui è molto affezionato. Un giorno nonostante il tempo non sia dei migliori, Ian prende la barca per andare a pescare. All’improvviso si trova in mezzo a una tempesta che lo fa finire in mare, è certo che per lui sia giunta la fine quando viene salvato da una bellissima ragazza il cui nome è Mana.

Ian rimane folgorato innamorandosi all’istante di lei, ma non riesce a darsi pace fino a quando non riuscirà a ritrovarla e a scoprire che ha un segreto. A questo punto il ragazzo deciderà di fare una scelta che potrebbe avere serie conseguenze  per la sua vita.

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Ho sempre amato le favole sin da bambina e leggere Ruadh Breagh per me è stato ritornare all’infanzia, quando leggevo le fiabe dei fratelli Grimm, degli Andersen o di Charles Perrault.

Anche in questo caso la favola presenta un eroe che seguendo un determinato percorso e superando gli ostacoli che gli si frappongono, giungerà alla soluzione finale. Ivi si ritrovano molti elementi descritti da Propp nel suo Morfologia della fiaba, testo fondamentale per conoscere molti degli elementi che troviamo nelle fiabe, ma che è stato applicato alla narrativa tout court.

Questa favola è stata una piacevole scoperta. Essendo curiosa e sempre pronta a conoscere, ho avuto modo di scoprire una leggenda tradizionale scozzese sulle selkie che ho trovato affascinante. Belle anche le descrizioni dei luoghi in cui è ambientata la favola, ho “visto” con la mente i particolari che descrivono il mare con i suoi scorci selvaggi e la luce capace di renderli indimenticabili grazie alle albe o ai tramonti.

Interessanti anche le descrizioni particolareggiate di eventi come la festa di San Michelmas, ricorrenza famosa nei paesi nordici e di cui l’autrice riporta la preparazione dello struan o la caccia al tesoro.

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Non manca anche l’introspezione psicologica del protagonista, leggiamo i suoi pensieri e ci compenetriamo nella vicenda. Ian con il trascorrere delle pagine e della storia inizierà a diventare sempre più consapevole del suo destino e di quello del popolo selkie. Si renderà conto che alcune sue scelte potrebbero comprometterne la vita e valuterà se sia giusto il suo modo di agire. Inizierà a maturare,  a capire qual è il vero amore e come riconoscerlo, imparerà anche a capire chi ha di fronte e quanto merita la sua attenzione. Un processo di evoluzione graduale che lo porterà a trasformarsi da ragazzo in uomo.

Tutto ciò raccontato con una penna lineare ed evocativa, capace di creare un alone di magia ed atmosfera.

A Ruadh Breagh l’autrice ha aggiunto un breve racconto intitolato Il dono delle fate, che pur essendo malinconico e triste possiede in sè molta delicatezza nell’affrontare il tema della solitudine che caratterizza la vita di Viola che ne è la protagonista e che riceverà un dono speciale che modificherà la sua vita.

Se vi piacciono le favole, leggete questo libro.

Valeria

 

Appuntamento al vecchio mulino – Raffaella Vittori

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Teresa Conticelli riceve una notizia sconvolgente: è incinta e per questo motivo decide di tornare alla sua vecchia casa di campagna dove è nata, sperando di trovare le risposte ai suoi dubbi e un po’ di tranquillità. Il casolare non è più di sua proprietà, lo  vendette dopo la morte del padre, ma lei fa conoscenza con la nuova proprietaria Teodora Scaccia con cui si crea immediatamente un rapporto di simpatia, che sfocerà  in affetto.

Per riflettere Teresa si è presa qualche giorno di riposo dal lavoro e in una passeggiata con Teodora rivede per caso Davide Dazzi che è l’unico uomo di cui è stata innamorata. Lui le chiede il numero di telefono e pochi giorni dopo le dà appuntamento al vecchio mulino che è il luogo dove si incontravano da ragazzi.

Nonostante il parere negativo di Serena, sorella di Davide, che ha delle riserve su Teresa, a causa di vecchie questioni giovanili, i due si incontrano e riescono a esprimere quello che pensano da tempo e ad appianare le divergenze.

Purtroppo per Davide ci sarà un imprevisto e…ci sarà il lieto fine?

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Questo romance mi è piaciuto molto per vari motivi, innanzitutto i protagonisti non sono dei ragazzi, quindi il loro è un amore maturo che si è consolidato nel tempo. Un sentimento importante e consapevole quando si hanno 47 (Teresa) e 50 (Davide) anni.

L’amore non è solo quello tra i due innamorati, è ben rappresentato anche quello tra genitori e figli con dei flashback in cui vengono riportati episodi riguardanti i rapporti intercorrenti tra gli appartenenti alle famiglie dei protagonisti. Teresa ha dei genitori affettuosi e sempre presenti, Davide vede lo sgretolamento del matrimonio dei suoi e la “perdita” della madre che saranno causa di problemi per lui e la sorella.

Un altro rapporto amorevole è quello che si crea tra Teodora e Teresa, è stato bello vedere come tra queste due donne cresce con il tempo quella complicità che solo un affetto sincero può dare.

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Un romanzo al femminile, in cui le donne sono le protagoniste e si esprimono facendoci partecipare alle loro vite. Si parla di gravidanze inattese e di maternità difficili, di insoddisfazione personale e frustrazione, dell’anelito ad uscire dalla gabbia matrimoniale per affrontare la vita e poter godere della propria libertà. Donne forti, ma fragili allo stesso tempo, donne determinate a prendere in mano le loro vite e farne dei capolavori per se stesse e anche per gli altri, perchè solo se si è in pace con il proprio mondo interiore lo si può essere anche con chi ci sta vicino e ci vuol bene.

Si parla anche di tradimenti, di uomini incapaci di accettarli e che da vigliacchi sfogano le loro frustrazioni su persone innocenti.

Una storia calamitante grazie a una scrittura lineare e piacevole, a dialoghi ben impostati, sempre vivaci e mai noiosi, che ci fa comprendere come un amore può durare tutta una vita e che c’è sempre una seconda possibilità.

Valeria