La comune blu – Tonya Puleo

la comune blu

Titolo: La comune blu
Autrice: Tonya Puleo
Casa editrice: Navarra editore
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 22 ottobre 2021
Pagine: 96
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Libro che ho trovato molto originale, complesso pur nella sua brevità, e che mi ha trasmesso per tutta la sua durata qualcosa che sinceramente non saprei nemmeno definire, forse malinconia ma più probabilmente un senso di leggerezza capace di generare un sentimento non dissimile dalla malinconia pur senza esserlo.
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È la storie di cinque donne ambientata nella Palermo della prima decade del 2000, ma potremmo trovarci ovunque, e hanno tutte intorno a trent’anni.
C’era una bellissima canzone di Mimmo Locasciulli con questo titolo, ma il mio non è un suggerimento per la colonna sonora che nel libro è presente ed è più che appropriata.
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La musica è una costante in questo romanzo, scandisce dei momenti nella vita delle protagoniste, quasi un filo conduttore per le loro vite e di quelle del gruppo.  Ho apprezzato molto che fossero inseriti dei versi, credo capiti un po’ a tutti che ritornino in mente strofe o parole di una canzone per definire un’emozione, un sentimento, un passaggio, un amore.
Le cinque protagoniste si troveranno, forse senza un vero perché o magari perché l’istinto le porta in quella direzione, a percorrere un breve tratto di vita insieme in una comune che è però più uno stato mentale che fisico, tanto che lo svolgimento del romanzo si snoda in luoghi diversi.
Quest’esperienza come detto sarà breve, ognuna di loro tornerà a seguire il proprio percorso ma portandosi dietro qualcosa, uscendone arricchita e con una conoscenza migliore di sé.
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C’è un passaggio, soprattutto una frase, che personalmente ho trovato bellissima, sinceramente una delle più belle lette quest’anno ed è confortante che nasca dalla penna di una scrittrice emergente “Tutti, a volte, abbiamo bisogno di ascoltare in differita il mondo”.
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Il romanzo, come detto, si svolge intorno al 2005 o giù di li, le protagoniste come sottolineato dall’autrice sono ancora scevre da WhatsApp e quant’altro, siamo probabilmente negli ultimi anni in cui è possibile permettersi la lentezza e tutto ciò che gli gira attorno, resiste in noi (lotta insieme a noi sarebbe il caso di dire) un piccolo, e già angusto, spazio in cui trovano cittadinanza la riflessione, il ricordo, e fermarsi ad ascoltare in differita il mondo è un atto che in quegli anni ci è ancora consentito regalarci.
E a proposito di lievità c’è un personaggio nel romanzo che, sia pure nel contesto corale della storia, e comunque dal mio personalissimo punto di vista, è emerso e si tratta di Noponte e della sua piccola bottega d’arte.
Noponte vende oggetti strampalati e che fondamentalmente non servono a nessuno, miniature di strumenti musicali, vestitini per cellulari, aquiloni che non volano ( e cosa ci può essere di più inutile ma nel contempo poetico di un aquilone che non riesce a volare?).
Noponte è il personaggio che meglio di ogni altro incarna lo spirito della comune blu (nel bene e nel male potremmo aggiungere), chissà forse un piccolo motivo di più per leggerlo.
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Se siete alla ricerca, ogni appassionato lettore in fondo lo è, di un romanzo un po’ diverso dal solito, che provi a raccontare con una scrittura didascalica una generazione in modo lieve, La comune blu potrebbe rivelarsi una buona scelta.