Fiori nel fango – Hillary Jordan

Laura Chappel incontra, per la prima volta, nella primavera del 39 Henry McAllan. Ha 31 anni e si vede proiettata nel futuro come una zitella. Quando Henry le propone di spsarlo lei accetta convinta che potrà essere un buon marito e un buon padre. Henry sogna di diventare proprietario terriero e di avere una fattoria tutta sua. Riesce a realizzare questo sogno e si trasferisce con la famiglia sul Delta del Mississippi. Laura arrivata li si renderà subito conto che la vita sarà diversa da come la immaginava, non ci sono comodità, manca tutto dall’acqua a un bagno interno alla casa. Alle difficiltà giornaliere si aggiunge anche la presenza del padre di Henry, un uomo odioso e razzista fino al midollo. Sulla terra di Henry lavora una famiglia di neri a mezzadria. Florence è la levatrice della zona e accetta di diventare la domestica dei McAllan mentre il marito lavora nei campi. Hanno dei figli, il maggiore Ronsel torna dopo la fine della guerra e ben presto si scontrerà con una realtà in cui i neri sono visti alla stregua di animali o poco più. Con l’arrivo alla fattoria di Jamie, il fratello di Henry, che con il suo carattere scherzoso riesce a conquistare tutti, il precario equilibrio su cui si poggiano le relazioni tra bianchi e neri cadrà, grazie anche all’intervento del padre di Henry. Saranno una lettera e una foto a scatenare una tragedia annunciata che cambierà la vita dei protagonisti.

Avvinta come l’edera. E’ questa la definizione più esatta per indicare come mi sono sentita mentre procedevo nella lettura del romanzo. Avvalendosi di un linguaggio sciolto e fluido la Jordan mi ha letteralmente conquistata e non vedevo l’ora di prendere in mano il romanzo per proseguire nella lettura.
La Jordan qui al suo primo romanzo dimostra di avere una buona capacità descrittiva riuscendoci a far vedere con gli occhi le distese del cotone, il fiume e l’ambiente in cui sono inserite le vicende dei protagonisti.
Con mano sicura ci fa comprendere come fosse difficile per una donna, in quell’ambiente, affrancarsi dalla sottomissione al marito, nonostante il suo cervello. La parità dei diritti era un mito ancora da raggiungere nell’America del Sud negli anni del dopoguerra.
Ancora più drammatica rappresenta la situazione dei neri, il razzismo era all’ordine del giorno, non c’era giustizia, non c’era lavoro in proprio, erano degli uomini votati allo schiavismo nonostante una guerra civile combattuta in questo nome. C’era il Ku Klux Klan con i suoi incappucciati, uomini che immediatamente mettevano in riga i “disobbedienti” coloro che non si attenevano alle regole del rispetto della legge che i bianchi erano i signori e dominatori. In nome di questo si giustificava la più bieca violenza, l’uomo bianco era il dio, colui che poteva tutto.
Certo con il passare degli anni e grazie alle lotte sostenute da M. L, KIng e altri molto si è fatto ed è migliorato ma credo che ancora molto debba essere fatto perchè non esistano più differenze di razza. E’ proprio con le parole di King la Jordan si congeda dai lettori, Io non posso che sperare che il suo prossimo romanzo mi colpisca in emozioni come Fiori nel fango.

VOTO 8,5/10

Fiori nel fango – Hillary Jordanultima modifica: 2010-04-23T23:15:57+02:00da fval329
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