La cena – Herman Koch

Paul e Serge Lohman con le rispettive mogli, Claire e Babette, sono al ristorante. Paul e Claire hanno un unico figlio Michael. Serge e Babette ne hanno tre, di cui uno Rick ha la stessa età del cugino. Si sono dati appuntamento per discutere su un problema familiare che li coinvolge. Michaele e Rick hanno ferito e ucciso una barbona che si era rifugiata in una cabina bancomat. Le telecamere hanno ripreso la scena che è stata trasmessa dal telegiornale. I ragazzi non sono stati identificati ma il loro arresto potrebbe essere prossimo perché le immagini sono state già trasmesse su Internet.
La storia è scandita dall’arrivo delle portate: aperitivo, antipasto, secondo piatto, dessert, digestivo, mancia.
Chi narra la storia è Paul, il padre di Michael, un insegnante che ha dovuto lasciare la scuola. Grazie a dei flashback ben inseriti nella narrazione, veniamo calati in una realtà assurda. Veniamo a conoscenza della malattia di Paul che lo rende incline alla violenza, svolgendo un ruolo fondamentale nella storia. Procedendo nel racconto si comprende l’influenza cbe il comportamento di Paul incline alla violenza abbia avuto su Michael e di come questi non abbia avuto nessun riferimento a cui ispirarsi per comprendere i valori su cui basare il suo comportamento.
Ecco quindi spiegato il perché egli non comprende la gravità di ciò che il figlio ha commesso, né può dargli i consigli giusti. E’ più importante per Paul la felicità della famiglia piuttosto che capire le motivazioni profonde che hanno generato il gesto del figlio e cosa sia meglio per lui.
Claire, considerata il perno su cui ruota l’intera famiglia, manipola tutti affinchè gli eventi vadano nella direzione che si è prefissata.
Babette appare come una donna egoista, interessata soprattutto ai privilegi che potrà ricevere grazie alla carriera del marito.
Serge, che ci appare come un uomo dedito alla carriera è in realtà l’unico a mostrare un po’ di “umanità”, mettendosi da parte per prestare attenzione al figlio e alle ripercussioni che il fatto potrebbe avere sul ragazzo.
Koch in un’intervista ha dichiarato di essersi ispirato a un fatto di cronaca accaduto in Spagna, penendosi la domanda su ciò che avrebbe fatto lui in una simile situazione, cercando di rappresentare le differenti reazioni a un simile episodio. La reazione immediata che si prova è molto forte, perché si tratta di una storia dura, attuale, in cui i ragionamenti giustificano i colpevoli dando loro ragione per il comportamento adottato fino all’aberrante conclusione finale che fa sentire il lettore incredulo, incapace di credere che una cosa simile sia accaduta.
Paura, vigliaccheria, mancanza di regole e di morale, noia contraddistinguono azioni come quella che dà l’input al romanzo. Una narrazione in cui si alternano momenti incalzanti a pause per attenuare la tensione, una metafora del mondo in cui viviamo, in cui non si può non ritrovarsi in qualcuno degli aspetti che Koch esamina con lucidità
Un romanzo realistico, da non perdere.

VOTO 9/10

Una canzone per Bobby Long – Ronald Everett Capps

 

 

 

una canzone per bobby long

 

Protagonisti del romanzo sono due uomini sulla cinquantina, Bobby Long e Byron Burns, mezzo alcolizzati e un po’ sboccati nei modi e nei comportamenti.
Provengono da famiglie benestanti, hanno studiato e avevano davanti a sé carriere che promettevano bene, Decidono di mollare tutto e di andare a vivere insieme trascinando le loro vite tra bevute e chiacchiere. Un giorno muore una loro amica, Lorraine che divideva la stanza d’albergo con loro.e accade che la figlia di Lorraine vada a trovarli per riscuotere la pensione della madre. La ragazza ha 17 anni, ha lasciato la scuola, vive con un ragazzo che alza le mani su di lei ed è senza nessuna prospettiva di un futiro. Il primo impatto tra i tre non è positivo, i due uomini hanno il chiodo fisso di volersela fare e cercano di trattenerla con loro in tutti i modi. Piano, piano però si verifica una specie di miracolo, Bobby e Byron decidono di farla studiare per poterla iscrivere all’università. Le consigliano delle letture, discutono di vari argomenti, trovano una casa. Hanna, grazie al loro aiuto, presto capirà che lo studio le piace e i risultati saranno superiori alle aspettative. Riuscirà a essere ammessa all’università ma ciò comporterà la sua partenza…

Una canzone per Bobby Long ha una storia curiosa. Il romanzo non riusciva a essere pubblicato e fu fatto leggere dal figlio dell’autore a una sua amica sceneggiatrice arrivando nelle mani di John Travolta che se ne innamorò. Ne uscì un film che diede il là alla pubblicazione del romanzo.
New Orleans che fa da sfondo al romanzo ne è parte fondamentale con i suoi edifici fatiscenti, gli odori e i poveracci che ci vivono. Nonostante la miseria in cui vivono, c’è in questi personaggi di contorno una gioiosità, un senso della condivisione che mi ha fatto pensare ai derelitti protagonisti di Pian della Tortilla di John Steinbeck.
Bobby e Byron sono dei bambini nel corpo di due adulti, vivono nel ricordo di utopie giovanili e sogni ad occhi aperti, rivelano la loro fragilità e ti conquistano pagina dopo pagina nonostante le sbruffonerie e il loro essere sessuomani, per una certa delicatezza che alberga nel loro animo.
Questo non è un romanzo d’intrighi, di avventure e dal ritmo incalzante, è solo una bella storia piena d’umanità e sensibilità.
Un romanzo stupendo. Leggetelo, ne vale davvero la pena.

VOTO 9/10